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"L'arte dovrebbe essere più onesta e la vita dovrebbe essere come l'arte, con un pizzico di allegria in più" (Giancarlo Chiabà)
Giancarlo Chiabà
Nella foto: "Focolare alla Taiola" (1968)
Artisti nel cuore: Giancarlo Chiabà
25/04/1926 -07/10/2015

Nato a Milano, ha lavorato a Cesano Boscone e fin da giovanissimo ha dimostrato la grande per l'arte pittorica e il disegno. Ha avuto una formazione prevalentemente autodidatta ed ha frequentato la scuola serale "gli Artefici di Brera" dove ha acquisito alcune tecniche di disegno dal vero.

Amava girare nelle zone rurali come negli ambienti cittadini, con i suoi inseparabili album per gli schizzi ed una "penna a sfera".
Ha fatto numerose mostre sia personali che collettive in Italia e all'estero ampliando i suoi soggetti inizialmente agresti a scorci di vita cittadina, creando quadri pieni di vita cogliendo attimi fuggenti nei paesaggi e nei momenti della vita. Ha tratto numerosi spunti pittorici nelle valli bergamasche, ed in particolare la Val Brembana.

Ha restaurato gli affreschi del Santuario Mariano della Bassa (XI secolo) a Trezzano sul Naviglio.

Sotto: "Schizzo a penna. Milano, Via Mercanti (1970)"
Sopra: Schizzo a penna. Gorizia, la chiesetta del S. Spirito e il castello (1971)

Dipingeva dal vero, riportando su tela i colori sfuggenti dell'istante, in modo realistico. Con il suo cavalletto coglieva l'atmosfera, la riportava vera e piena di vita. Il suo racconto ci riporta alle cose semplici, le immagini ed i colori che tutti noi abbiamo visto, anche se riguardano luoghi a noi non sempre noti. Ci fanno sognare i suoi paesaggi, gli scorci di vecchie cascine, le baite con i suoi focolari, angoli remoti ma tuttora presenti che vengono portati a nuova vita, .

Guardando i suoi quadri è come ritornare con la memoria ad un passato lontano, che ci è caro.
Documentazione critica:
"La pittura di Chiabà, fondata su un figurativo molto esplicito, si arricchisce unicamente della personalità dell'artista il quale dona alle sue "creazioni" la sua particolare interpretazione. I paesaggi di montagna e di pianura ispirano Chiabà con una popesia dolce e delicata. Del resto, queste visioni di laghetti alpini, di cime di monti innevate, di greggi e mandrie al pascolo, come i cascinali della pianura lombarda dove è ancora il sapore genuino del rustico, già per se stessi costituiscono un incanto. la preziosità che si rende manifesta sulla tela e i sentimenti di un'amore spassionato alle bellezze della natura, vengono suggeriti e valorizzati attraverso la pittura di un artista che ci sa fare. ..." (Lino Lazzari da <Eco di Bergamo>)

Bibliografia:
molto copiosa e importante per cui si cita solo:
Collana monografica n.2 - Guido MIlano Editore - MIlano 1993 "Esempi d'arte moderna; due artisti lombardi tra sogno e realtà Giancarlo Chiabò e Elena Anghileri


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